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| Accennai un sorrisetto durante la riproduzione della canzone. Il volume era abbastanza alto, così, avendo il volto vicino al suo, col mento sulla sua spalla, riuscivo a sentirne la dolce melodia. Una volta terminata mi baciò. Non opposi ovviamente resistenza. E mi bastava quel suo bacio. Era più significativo di ogni altra parola potesse dirmi in quel momento. Poi lo vidi muoversi, selezionò un'altra canzone, ed automaticamente capii. Mi misi le cuffiette alle orecchie. La riconobbi quasi subito. Era Robbie Williams. Angel. Molto più recente, ma allo stesso tempo di un antico romanticismo. Era la rappresentazione ideale di quel mondo idilliaco immaginato con l'amore. When I come to call he won't forsake me. I'm loving angels instead. L'originale era destinata ad una ragazza. Io stavo recitando quel verso pensando solo e soltanto a lui. Ok, a volte mi faceva arrabbiare, a volte litigavamo, ma fondamentalmente avevo trovato in lui tutto quello che era al di fuori di me. Mi completava. Non cantai, proprio perchè sapevo di non essere bravo. Invece pronunciai quelle parole in un nitido sussurro, prima di dargli un bacio sul collo. Intanto feci scivolare le braccia sul suo ventre, cingendogli così la vita e stringendolo a me.
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